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14.07.2012

Principe ranocchio - принц- лягушонок.

   Перевод


    Nei tempi anti'chi, quando desidera're serviva ancora a qualcosa, c'era un re, le cui figlie erano tutte belle, ma la più giovane era così bella che perfi'no il sole, che pure ha visto tante cose, sempre si meravigliava, quando le brillava in volto.  
Иллюстрация к сказке Принц-лягушка

   Vicino al castello del re c'era un gran bosco tenebroso e nel bosco, sotto un vecchio tiglio, c'era una fontana: nelle ore più calde del giorno, la principessina andava nel bosco e sedeva sul ciglio della fresca sorgente; e quando si annoiava, prende'va una palla d'oro, la buttava in alto e la ripigliava; e questo era il suo gioco preferito.

  Ora avvenne un giorno che la palla d'oro della principessa non ricadde nella manina ch'essa tendeva in alto, ma cadde a terra e rotolò proprio nell'acqua.
La principessa la seguì con lo sguardo, ma la palla sparì, e la sorgente era profonda, profonda a pe'rdita d'occhio. 



  Allora la principessa cominciò a pia'ngere, e pianse sempre più forte, e non si poteva proprio consolare.
E mentre così piangeva, qualcuno le gridò: - Che hai, principessa? Tu piangi da far pietà ai sassi.

Иллюстрация к сказке Принц-лягушка 
    Ella si guardò into'rno, per vedere donde venisse la voce, e vide un ranocchio,che sporge'va dall'acqua la grossa testa deforme. 

Ah, sei tu, vecchio sciaguatto'ne! - disse, - piango per la mia palla d'oro, che m'è caduta nella fonte.
- Chétati e non pia'ngere, - rispose il ranocchio, - ci penso io; ma che cosa mi darai, se ti ripesco il tuo balocco?
- Quello che vuoi, caro ranocchio, - diss’ella, - i miei vestiti, le mie perle e i miei gioielli, maga'ri la mia corona d'oro.
Il ranocchio rispo'se: - Le tue vesti, le perle e i gioielli e la tua corona d'oro io non li voglio: ma se mi vorrai bene, se potrò essere il tuo amico e compagno di giochi, seder con te alla tua tavolina, mangiare dal tuo piattino d'oro, bere dal tuo bicchierino, dormire nel tuo lettino: se mi prome'tti
questo; mi tufferò e ti riporterò la palla d'oro.

Иллюстрация к сказке Принц-лягушка 
- Ah sì, - diss’ella, - ti prome'tto tutto quel che vuoi, purché mi ripo'rti la palla.

Ma pensava: « Cosa va blatera'ndo questo stu'pido ranocchio, che sta nell'acqua a gracida're coi suoi si'mili, e non può essere il compagno di una creatura uma'na! »

   Ottenu'ta la prome'ssa, il ranocchio mise la testa sott'acqua, si tuffò e poco dopo tornò remiga'ndo alla superfi'cie; aveva in bocca la palla e la buttò sull'erba. 

La principessa, piena di gioia aI vedere il suo bel gioca'ttolo, lo prese e corse via.

- Aspe'tta, aspetta! - gridò il ranocchio: - pre'ndimi con te, io non posso co'rrere come fai tu.
Ma a che gli giovò gracida're con quanta fiato aveva in gola! La principessa non l'ascoltò, corse a casa e ben presto aveva dimentica'ta la po'vera bestia, che dove'tte rituffa'rsi nella sua fonte.


  Il giorno dopo, quando si fu seduta a tavola col re e tutta la corte, mentre mangiava dal suo piattino d'oro - plitsch platsch, plitsch platsch - qualcosa salì balzello'ni la scala di ma'rmo, e quando fu in cima bussò alla porta e
gridò: - Figlia di re, piccina, a'primi!

Иллюстрация к сказке Принц-лягушка 
  Ella co'rse a vedere chi c'era fuori, ma quando aprì si vide davanti il ranocchio. Allora sbatacchiò precipitosame'nte la porta, e sedette di nuovo a tavola, piena di paura. 

Il re si acco'rse che le batte'va forte il cuore, e disse:
 - Di che cosa hai paura, bimba mia?
 Davanti alla porta c'è forse un gigante che vuol rapirti?
- Ah no, - rispo'se ella, - non è un gigante, ma un brutto ranocchio.
- Che cosa vuole da te?
- Ah, babbo mio, ieri, mentre gioca'vo nel bosco vicino alla fonte, la mia palla d'oro cadde nell'acqua. 

E perché piange'vo tanto, il ranocchio me l'ha ripesca'ta; e perché ad ogni costo lo volle, gli promi'si che sarebbe diventato il mio compagno; ma non avrei mai pensato che potesse uscire da quell'acqua.
Adesso è fuori e vuol venire da me.



   Intanto si udì bussa're per la seconda volta e gridare:
- Figlia di re, piccina, a'primi!
Non sai più quel che ieri m'hai detto vicino alla fresca fonte? Figlia di re, piccina, aprimi!
Allora il re disse: - Quel che hai promesso, devi mantene'rlo; va' du'nque, e a'pri .

Иллюстрация к сказке Принц-лягушка 
   Ella andò e aprì la porta; il ranocchio entrò e, sempre dietro a lei, saltellò fino alla sua sedia.
Lì si fermò e gridò: - Solle'vami fino a te.
La principessa esitò, ma il re le ordinò di fa'rlo. Appe'na fu sulla sedia, il ranocchio volle salire sul tavolo e quando fu sul tavolo disse: 

- Adesso avvici'nami il tuo piattino d'oro, perché mangia'mo insieme.
La principessa obbedì, ma si vedeva benissimo che lo face'va controvo'glia.

Иллюстрация к сказке Принц-лягушка 
Il ranocchio mangiò con appetito, ma a lei qua'si ogni bocco'ne rimaneva in gola. 

Infi'ne egli disse: - Ho mangiato a sazietà e sono stanco; adesso po'rtami nella tua cameretta e metti in o'rdine il tuo lettino di seta: andremo a dormire.

   La principessa si mi'se a pia'ngere: aveva paura del freddo ranocchio, che non osava toccare e che ora doveva dormire nel suo bel lettino puli'to.
Ma il re andò in co'llera e disse: 

- Non devi disprezza're chi ti ha aiutato nel momento del bisogno.
Иллюстрация к сказке Принц-лягушка 
 Allora ella prese la bestia con due dita, la portò di sopra e la mise in un a'ngolo.
Ma quando fu a letto, il ranocchio venne saltello'ni e disse: - Sono stanco,voglio dormir bene come te: ti'rami su, o lo dico a tuo padre.
Allora la principessa andò in co'llera, lo prese e lo gettò con tutte le sue forze co'ntro la parete:

 - Adesso starai zitto, brutto ranocchio!

      Ma quando cadde a terra, non era più un ranocchio: era un principe dai begli   occhi ride'nti.
Per volere del padre, egli era il suo caro compagno e sposo.

Иллюстрация к сказке Принц-лягушка 

  Le raccontò che era stato stregato da una catti'va maga e nessuno, all'infuo'ri di lei, avrebbe potuto libera'rlo.



  Il giorno dopo sarebbero andati insieme nel

suo regno. Poi si addormenta'rono.
La mattina dopo, quando il sole li svegliò, arrivò una carro'zza con otto cavalli bianchi, che ave'vano penna'cchi bianchi sul capo e i finime'nti d'oro; dietro c'era il servo del   gio'vane re, il fedele Enrico.
  

   Il fedele Enrico si era così affli'tto, quando il suo padrone era stato trasforma'to in ranocchio, che si era fatto me'ttere tre cerchi di fe'rro into'rno al cuore, perché non gli scoppia'sse dall'ango'scia. Ma ora la carrozza doveva
portare il gio'vane re nel suo regno; il fedele Enrico vi fece entrare i due gio'vani, salì dietro ed era pieno di gioia per la liberazio'ne. 



   Quando ebbero fatto un tratto di strada, il pri'ncipe udì uno schia'nto, come se dietro a lui qualcosa si fosse rotto.
Allora si vo'lse e gridò:- Rico, qui va in pe'zzi il co'cchio!
- No, padrone, non è il cocchio, bensì un cerchio del mio cuore,ch'era imme'rso in gran dolore,quando dentro alla fontana tramuta'to fo'ste in rana.


   Per due volte ancora si udì uno schi'anto durante il viaggio; e ogni volta il principe pensò che il cocchio andasse in pezzi; e invece erano soltanto i cerchi, che salta'vano via dal cuore del fedele Enrico, perché il suo padrone era libero e felice.


di Jakob e Wilhelm Grimm

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